L’ETICHETTA A SEMAFORO NON CI PIACE PER NIENTE


Il sospetto dovrebbe venire anche ai consumatori meno attenti. Improvvisamente, le sei sorelle del Big Food (Coca-Cola, Mars, Mondelez, Nestlé, Pepsi e Unilever) hanno deciso di adottare il modello dell’etichetta a semaforo.

Di cosa si tratta? L’idea viene dalla Gran Bretagna. In pratica, questo sistema si chiama così perché prende spunto dai colori dei semafori stradali: il rosso, il giallo e il verde. Lo scopo sarebbe (sarebbe, appunto) quello di indirizzare i consumatori verso alimenti confezionati più “salutari”.

  • Bollino verde: identifica gli alimenti da preferire perché salutari (ingredienti ricchi di fibre e nutrienti, poveri o privi di grassi saturi, zuccheri e sale aggiunti);

  • Bollino giallo: identifica quei prodotti “intermedi” poiché, pur non presentandoli in dosaggi elevati, contengono grassi, sale e zuccheri che li rendono maggiormente calorici;

  • Bollino rosso: indica tutti quei prodotti (da evitare) con alto apporto calorico, ricchi di grassi saturi, zuccheri e sale aggiunti e poveri di fibre.

CHI E’ PRO. I favorevoli a questa misura non sono pochi: tra loro, in primo luogo, troviamo una lobby particolarmente potente: le multinazionali. Per i grandi gruppi del food, infatti, la questione dell’etichetta è cruciale: si stanno giocando un business mondiale da 570 miliardi di dollari, e un mercato da 700 milioni di consumatori (come quello europeo) è un boccone davvero ghiotto.

A favore del Traffic Light Labelling System troviamo anche alcuni addetti ai lavori: sostengono che l’etichetta a semaforo faccia paura “perché funziona”. I consumatori riuscirebbero a capire tramite questo strumento “cosa significa l’indicazione nutrizionale relativa alle quantità di zucchero, sale e grassi”, in modo da “orientare il proprio comportamento alimentare”. E tra le altre cose, il sistema avrebbe il pregio di essere semplice e immediato.

CHI E’ CONTRO. I contrari sono tanti, e io mi iscrivo a pieno titolo in questo schieramento. Personalmente, infatti, non ho alcun dubbio.

Non è solo per il fatto (già di per sé grave) che molte eccellenze italiane finirebbero nella lista degli alimenti dannosi, con conseguenze sulle vendite: tanto che il prosciutto di Parma, bollato con il rosso in Inghilterra, ha registrato una flessione clamorosa (a tutto vantaggio indovinate di chi? Ma certo, delle multinazionali dell’alimentare!). Non è solo per l’assurdo risultato di promuovere prodotti come la Coca-Cola Light (solo perché presenta poche calorie) senza portare il consumatore a riflettere sulle ragioni del minor apporto calorico (basta sostituire gli zuccheri con edulcoranti, aspartame e acesulfame K, e il gioco è fatto!). C’è dell’altro, e riguarda il principio della libertà di scelta dei cittadini.

LIBERTÀ DI SCELTA? I consumatori, infatti, sarebbero sviati e condizionati nelle loro scelte economiche dalle indicazioni fuorvianti contenute nelle etichette: i colori rosso, giallo e verde delle etichette apposte sulle confezioni sono assolutamente inadatti a fornire informazioni esaustive circa le caratteristiche nutrizionali del bene in vendita, e semplificano le cose in modo addirittura grottesco, distorcendo le “normali” scelte dei cittadini. In questo modo, tutta la possibilità di decidere autonomamente cosa comprare (almeno, quella che ci rimane tra gli scaffali dei supermercati, dominati dal marketing) verrebbe influenzata – premiando alcuni prodotti, invece di altri.

Si tratterebbe di “un’informazione visiva che finisce per escludere dalla dieta alimenti sani come i prodotti a denominazione di origine Dop e Igp, per promuovere, al contrario, il cibo spazzatura come le bevande gassate senza zucchero, ingannando i consumatori rispetto al reale valore nutrizionale”, come denunciato da Coldiretti.

COSA FACCIAMO. Se 6 grandi multinazionali stanno pressando l’Europa per l’adozione del sistema in etichetta, una ragione c’è. È proprio per questo che non esiteremo a presentare una miriade di esposti in procura per truffa se le aziende immetteranno in commercio prodotti alimentari con il semaforo in etichetta. Non solo: contro i marchi alimentari che applicheranno il semaforo lanceremo una campagna di boicottaggio, per convincere i consumatori italiani a non acquistare i loro prodotti.

Con la nostra salute non si scherza. E neanche con la nostra intelligenza.

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