La “questione meridionale”, 150 anni dopo!

Cari amici,

il 30 Luglio scorso è stato presentato il rapporto Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, che ha scattato una fotografia davvero drammatica e desolante del nostro Sud. Dal 2000 al 2013 il Sud è cresciuto soltanto del 13%, la metà della Grecia, e nel 2014 per il settimo anno consecutivo il Pil del Mezzogiorno è ancora negativo (-1,3%) con il divario di Pil pro capite tornato ai livelli di 15 anni fa (53,7%). Pensate che quasi il 62% dei meridionali guadagna meno di 12.000 euro l’anno il che ha indotto la stessa Svimez a lanciare l’allarme povertà: una persona su tre a rischio al Sud, una su dieci al Nord, con un conseguente e inarrestabile calo dei consumi delle famiglie, crollati di quasi il 13% in cinque anni. Insomma, siamo di fronte a un livello di povertà insostenibile per un paese cosiddetto civile. Al netto dei vari annunci dei politici succedutisi in questi anni, il divario economico e sociale tra Nord e Sud continua ad aumentare. Il nostro Paese è oggi più che mai diviso e diseguale, come una forbice che continua inesorabilmente ad allargarsi. Noi del Codacons non vogliamo di certo fare “piagnistei”, come ha ribattuto il Premier Matteo Renzi a Roberto Saviano, ma non possiamo rimanere in silenzio di fronte a uno scenario così allarmante. Per questo, come abbiamo fatto più volte in passato, chiediamo al Governo di smetterla di fregarsene del meridione, di attuare una seria politica di rilancio del Sud Italia, fatta di investimenti e di legalità, che ridia il potere d’acquisto alle famiglie meridionali e faccia ripartire i consumi. Salvare le regioni più deboli e più povere equivale a salvare l’intero Paese, ma forse il Governo lo ha già dimenticato!

A presto,

Carlo

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