ILLUSIONI STATISTICHE


Cari Amici,

ai numeri – si sa – ci si può attaccare come gli ubriachi ai pali. Ma ai numeri che riguardano la nostra economia bisognerebbe restituire un minimo di obiettività. Ognuno li piega a seconda della sua battaglia politica, senza alcun riguardo per i cittadini; e questo non va bene.

Ormai ogni bollettino Istat viene accolto con entusiasmo a destra e a manca. Governo, sindacati, partiti e partitini, chiunque passi il convento annuncia a reti unificate di aver azzeccato le previsioni, di essere soddisfatto della rilevazione, e così via.

Il risultato finale è che nessuno capisce più, esattamente, come stanno le cose. I cittadini comuni, di sicuro – imprigionati in una gabbia di illusioni statistiche – fanno molta più fatica a trovare fonti d’informazione attendibili. Mentre gli addetti ai lavori arrivano a dibattere su uno 0,1 (zerovirgolauno) per cento in più di crescita, aumenta l’impressione di un teatrino inutile, autoreferenziale, ormai del tutto scollegato dalle esigenze di ogni giorno.

Peccato che siano gli stessi che sostengono di aver capito in pieno i motivi dell’elezione di Trump (dopo l’elezione, visto che prima nessuno aveva capito niente): altrimenti, si potrebbe ricordare al gruppo dirigente di questo Paese che è proprio così, a furia di parlare di temi lontani dalla percezione comune delle persone, che si perde il contatto con la realtà.

L’ultima tappa di questa lunga storia riguarda Matteo Renzi.

Il premier afferma che i consumi delle famiglie sono saliti del 3% grazie al bonus da 80 euro, ma questo dato non risulta né a noi del Codacons, né all’Istat. In pratica, non risulta a nessuno: lo dice lui, e tanto basta.

Per tutti gli altri, invece, questi numeri sono incomprensibili. Nel 2015 l’incremento dei consumi registrato dall’Istat è stato infatti appena del +0,4%; un timido segnale di ripresa che tuttavia non ha trovato conferma nel 2016. Ad esempio l’ultimo dato dell’istituto di statistica relativo alle vendite al dettaglio registra un calo del -0,2% su base annua, mentre nell’ultima nota mensile sull’andamento dell’economia sempre l’Istat parla di consumi in calo nel corso del 2016.

Da dove “sbuca” questo 3%? Chi lo sa. La verità, però, resta. E la verità è che gli 80 euro in busta paga non solo non hanno prodotto la crescita dei consumi del 3% citata da Renzi, ma hanno avuto effetti addirittura deludenti e ben al di sotto delle aspettative.

E allora? “Se i dati e la teoria non concordano, cambia i dati”, diceva Einstein. In tanti, oggi, gli danno ragione.

A presto,

CR

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