Il sud che arranca

Cari amici,

le condizioni economiche delle famiglie italiane stanno migliorando, ma non al sud. L’indagine condotta da Confesercenti sulla solidità economica delle famiglie ci restituisce l’immagine, di certo non nuova, di un’Italia divisa in tre: il nord fuori dalla crisi, il centro che prova a ripartire e il sud ancora in alto mare.

A ottobre l’indice SEF Confesercenti SWG – che misura su una scala da 1 a 100 la Solidità Economica “percepita” dalle famiglie italiane – sale a quota 58, due punti in più rispetto a luglio. Questo vuol dire che le famiglie italiane si sentono economicamente più solide, che percepiscono il trend positivo… ad eccezione del Mezzogiorno! E’ soprattutto al centro-nord che si avverte, infatti, la sensazione di vivere senza affanni, pagando tutte le spese ma, sia chiaro, escludendo ulteriori lussi.

Al sud, invece, la crisi è ancora forte. Non voglio annoiarvi con dati, indici e statistiche. Mi basta solo dirvi che il 16% delle famiglie del sud Italia non ce la fa ad arrivare a fine mese: la stessa percentuale registrata nel trimestre precedente ed il doppio esatto della quota rilevata al nord (8%). A questo 16% si aggiunge, poi, un 64% di famiglie che ha una situazione economica giudicata insoddisfacente: due famiglie su tre a fine mese ci arrivano, ma con l’acqua alla gola.

Insomma, c’è un nord che riparte – anche se con il freno a mano tirato – e un sud che arranca, anzi, arretra, e lo fa sotto tutti i punti di vista: redditi, situazione finanziaria, consumi e qualità della vita sul territorio.

La lunga crisi economica ha senza dubbio acuito le distanze ancestrali tra le macro aree del Paese e le famiglie del meridione faticano ad uscire dalle difficoltà ed a recepire segnali di ripresa.

Ma è vero anche che, in questi anni, del sud ci si è “dimenticati”. Forse per questo fa molto discutere il piano straordinario di interventi previsto per il Mezzogiorno nella Legge di Stabilità che sembra ridurre la “questione meridionale” all’Ilva, alla Salerno – Reggio Calabria e alla Terra dei Fuochi.

Questioni giustissime, per carità, ma l’ex Finanziaria dovrebbe intervenire su settori che per il sud sono una priorità: il lavoro, la defiscalizzazione delle imprese, le infrastrutture, il turismo e l’agroalimentare, solo per dirne qualcuna…

Solo predisponendo un piano di interventi che concretamente cambi la vita economica delle famiglie il sud può sperare di ripartire.

A presto,

Carlo

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