Gettone si, acqua no!

Cari amici,

Messina non riesce proprio a trovare pace! Prima un’emergenza idrica che ha lasciato la città senza acqua per più di venti giorni (e ancora non se ne esce!), poi i dirigenti dell’azienda incaricata della raccolta e lo smaltimento dei rifiuti agli arresti domiciliari per tangenti. Adesso l’ennesimo scandalo è opera dei consiglieri comunali, disposti a tutto pur di intascare soldi facili.

Ricapitolo la vicenda per chi non avesse avuto modo di seguirla.

Dalle indagini condotte dalla Digos, è emerso che 22 consiglieri comunali avessero l’abitudine di fregarsi il gettone di presenza previsto per la partecipazione alle sedute delle commissioni consiliari permanenti. Ma a Palazzo Zanza non si è mai visto nessuno, se non per pochi minuti: giusto il tempo di firmare – la Procura parla di soli 3 minuti – , dire quattro parole per certificare la propria presenza, e andarsene per fatti propri! Il recordman è un consigliere che è entrato in aula, ci è rimasto venti secondi e poi è andato via. E una volta capito il trucco, giù di sedute. “Io voglio questa cazzo di indennità” – dice un consigliere nelle intercettazioni – “A me di fare le commissioni non me ne fotte niente, io voglio l’indennità”.

Un po’ come i bambini che puntano i piedi e fanno i capricci…

Del resto è comprensibile, questo scherzo ha permesso ai 22 consiglieri di intascare l’indennità massima aggiuntiva di 2.184 euro!

Insomma, a governare Messina non era il Pd, Forza Italia e compagnia ma una sorta di partito trasversale, il partito del gettone, al quale si sarebbero iscritti, senza distinzione di colore politico, la metà dei consiglieri comunali.

Questi signori sono ora indagati per truffa aggravata, falso ideologico e abuso d’ufficio e per 12 di loro è stata predisposta una sorta di Daspo per accertare l’effettiva partecipazione ai lavori delle Commissioni: dovranno, cioè, firmare il registro delle presenze, davanti agli agenti della polizia municipale, subito prima dell’inizio e al termine della seduta. Sembra di essere tornati alle scuole elementari, quando la maestra ti incaricava di scrivere sulla lavagna i nomi dei bambini “buoni” e dei “cattivi”…

L’inchiesta sulla cosiddetta “gettonopoli” ha coinvolto nei mesi scorsi anche i Comuni di Agrigento e Siracusa e le cattive abitudini dei consiglieri comunali, secondo i magistrati delle tre Procure, sarebbero costate complessivamente ai tre Comuni quasi due milioni di euro. Non pochi soldi che in una città come Messina avrebbero potuto investire in altri modi: intervenendo concretamente sul dissesto idrogeologico, per esempio, così da evitare di lasciare i cittadini a secco per oltre 20 giorni…

Ma d’altra parte, dei cittadini, “chi se ne fotte”?

A presto,

Carlo

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