Emissioni col trucco

Cari amici,

stiamo seguendo da giorni lo sviluppo dello scandalo “Dieselgate”, che ormai è ufficialmente sbarcato in Europa. Come sicuramente saprete, la Volkswagen è finita sul banco degli imputati per aver falsificato i dati delle emissioni ambientali di (almeno) 11 milioni di auto diesel. La notizia ha, ovviamente, fatto il giro del mondo e la stampa non ha perso occasione per gridare allo scandalo e additare come novità quella che, in realtà, è una prassi non solo consolidata ma anche utilizzata da tutte le altre case automobilistiche. Sono, infatti, tanti e fantasiosi i trucchi usati per eludere i test e fare carte false ai controlli: molti di questi, incredibilmente, legali.

Alcuni esempi. Si va dal sigillare, durante il test, tutte le fessure della carrozzeria con il nastro adesivo, per migliorare la penetrazione aerodinamica, agli pneumatici a basso rotolamento; dallo staccare l’alternatore, riducendo così l’uso di energia in marcia, alla scelta di eseguire il test su un manto stradale con bassa classe di inerzia; dall’uso di lubrificanti speciali che aiutano il motore a girare in modo più efficiente, a vari alleggerimenti nel corpo vettura, sino alla scelta di effettuare gli stessi test in laboratori spagnoli localizzati ad alta quota, dove l’aria è più rarefatta.

Ma il trucchetto più utilizzato, anche dai motori a benzina, è quello di insegnare alla centralina a riconoscere l’esecuzione di un ciclo di misura: questo significa che, quando l’acceleratore è appena sfiorato, quando le soste al minimo durano tot secondi, quando le velocità di 50, 70, 90 e 120 vengono mantenute per tot secondi, la centralina dimentica potenza e cavalli e bada solo a consumo e inquinamento. Un intervento diretto sul software capace di ottimizzare i controlli sul motore e di ridurre le emissioni. Come detto, un trucco a cui non ricorre soltanto la Volkswagen. Altrimenti non si spiegherebbe la vistosa differenza fra consumi dichiarati e consumi misurati nel ciclo.

Tutto questo lo diceva, già due anni fa, un rapporto dell’Ong belga Transport and Environment. Insomma, Volkswagen ha semplicemente fatto quello che fanno tutti, da sempre. Con buona pace degli scandalizzati di professione, e di chi ha sempre fatto finta di niente.

A presto,

Carlo

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