Nessun cittadino può essere discriminato sulla base delle scelte sui vaccini


Non lo abbiamo mai nascosto: siamo da sempre favorevoli alla vaccinazione contro il Covid19, che consideriamo il principale strumento a disposizione per fronteggiare questa pandemia lunga, strisciante e durissima. Ma questo non toglie che gli estremi non ci piacciano, affatto: e così come contestiamo gli eccessi e le violenze dei no-vax, allo stesso modo dobbiamo stigmatizzare il comportamento aggressivo di chi, in diretta tv, ha lanciato una “inquisizione” per sapere se concorrenti e ballerini di una trasmissione si fossero sottoposti al vaccino.

Una gravissima violazione del diritto alla privacy è avvenuta infatti nel corso della puntata di “Ballando con le stelle”: una vera e propria caccia alle streghe su web e social network a danno di una concorrente del programma (Mietta) – costretta a spiegare di non essersi potuta sottoporre a vaccinazione per “motivi di salute” che restano suoi e soltanto suoi – tanto da spingere il Codacons a chiedere interventi urgenti ai vertici Rai. Un attacco che è andato avanti anche nelle ore successive, continuando a dipingere la cantante come una sorta di leader no-vax e untrice che, consapevolmente, mette a rischio la salute pubblica. In questo modi si sono confusi non vaccinati e no-vax, generando un clima d’odio sui social che ha portato a minacce e insulti nei confronti della cantante (sfociati nei commenti di chi, addirittura, le augura la morte).

Quanto accaduto, dicevo, è gravissimo. Da settimane assistiamo a una vera escalation nei confronti di chi, a insindacabile giudizio dell’ospite di turno, sia “sospettabile” di mancata vaccinazione. In Italia nessuna legge impone la vaccinazione anti-Covid obbligatoria, e nessun cittadino può essere discriminato sulla base delle scelte in tema di vaccini. Senza contare che la normativa vigente in Italia tutela il diritto alla privacy, con particolare riferimento alla riservatezza dei dati sanitari dei cittadini: chiedere in diretta televisiva, davanti a milioni di spettatori, dettagli circa aspetti riservati legati alla salute e alle scelte private di una concorrente, appare un gesto molto grave e sanzionabile nelle sedi opportune.

Sono queste le ragioni che ci hanno convinti a presentare un esposto, al vaglio del Garante per la privacy e del CdA Rai, affinché valutino tutti gli aspetti legali della questione e adottino provvedimenti a tutela della dignità delle persone, indipendentemente dalle scelte personali e dalle motivazioni che hanno portato un cittadino – e protagonista di uno spettacolo Rai – a non vaccinarsi.

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