Commissario sì, commissario no: il nuovo gioco a premi della Capitale!

Cari Amici,

conosco un proverbio che recita: “l’uomo accorto impara dai propri errori, il saggio impara da quelli altrui”. Potrei aggiungere che l’uomo stolto è invece chi nella consapevolezza dell’errore persiste nell’errare.

Leggo oggi con sorpresa (!) dell’ipotesi di commissariamento del Giubileo, un provvedimento che imporrebbe la nomina di un commissario governativo per gestire la città durante il Giubileo 2016, scaricando di fatto il Sindaco e le sue prerogative. Un provvedimento che arriva tardi e arriva male: Roma deve guarire dalla “sindrome delle buche”. Come con le strade romane, il Comune tampona la falla, ma non rifà il manto stradale: questo provvedimento non risolve il problema della Capitale, ma allunga lo stillicidio che la condanna a morte.

Certo, il commissariamento sarebbe un duro colpo per la Giunta, ma l’affidabilità del Comune di Roma è ormai ai minimi storici e, dopo lo scandalo di Mafia Capitale, è stato finalmente scoperchiato il vaso di Pandora che per troppi anni ha celato i tentacoli che la criminalità organizzata aveva allungato sulle casse del Comune e dello Stato.

Era ora che qualcuno si accorgesse di quanto improponibile sia per Roma l’organizzazione di un evento di tale portata. È servito che emergesse il “Mondo di mezzo” per capirlo, mentre noi lo diciamo ormai da mesi. Bastava un poco di buon senso per comprenderlo, ma come ho già scritto solo chi è accorto impara dai propri errori: a quanto pare non è l’accortezza il nume tutelare dei nostri governanti.

Di fronte all’evidenza loro restano sordi; allora non ci resta che continuare a gridare.

A presto,

Carlo

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