Che spreco, lo spreco alimentare!

Cari amici,

in occasione della Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare che si celebra oggi, 5 febbraio non intendo fare rimproveri paternalistici come: “non buttate mai via niente”, “svuotate il piatto”, o “pensate ai bambini del Terzo mondo che muoiono di fame”. Sono espressioni ormai superate che lasciano un fastidioso retrogusto moralistico. Non posso, allo stesso tempo, tacere le cifre da capogiro quando si parla di avanzi alimentari.

Nel mondo ogni anno si spreca cibo per mille miliardi di dollari, se poi si aggiungono i costi legati all’acqua e all’impatto ambientale si arriva anche a 2.600 miliardi! Ma anche in Italia non si scherza: ogni settimana si gettano in media 7 tonnellate di cibo. L’ultimo Rapporto Waste confermerebbe le cattive abitudini alimentari degli italiani: il cibo domestico buttato vale circa 8,4 miliardi di euro all’anno, che – facendo due calcoli – equivalgono a 6,7 euro settimanali a famiglia per 650 grammi. A rimetterci, oltre che le tasche, è sopratutto l’ambiente: risorse naturali ormai inutilizzabili e montagne di rifiuti da smaltire.

In mezzo a tanta incuranza c’è però un dato positivo: 1 consumatore su 2 nel nostro Paese è disposto a spendere un po’ di più pur di ridurre lo spreco. Mi riferisco al packaging, l’imballaggio di qualità che conserva il prodotto a lunga durata. Segno di un cambiamento di rotta? Così sembrerebbe, visto che fioriscono iniziative e gruppi di lavoro da parte di enti e associazioni volte a prevenire e a combattere lo sperpero alimentare.

Proprio ieri a Roma Last Minute Market, la società che nasce da un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna ha presentato la campagna europea, dal titolo “Spreco zero”, con l’intento di sensibilizzare e modificare la cultura dei consumatori, ma anche i comportamenti delle imprese addette alla produzione e alla distribuzione.

Come non citare poi Equoevento, sorta solo nel 2013, ma già molto operativa nei centri in cui è presente (Roma, Milano e Torino). L’associazione ha inventato una nuova formula, quella di raccogliere gli avanzi di eventi come matrimoni, battesimi – in altre parole – tutte quelle occasioni da banchetti interminabili, per poi consegnarli prontamente agli enti di beneficenza. Un bel modo per aggirare l’ostacolo: gestire lo spreco, materialmente “raccogliendolo”, in linea con quanto già sostenuto dalla Legge Antisprechi, entrata in vigore dal 2008.

I timidi segnali di una crescente sensibilità, tuttavia, risultano ancora ben lontani da una diffusa cultura della tutela e conservazione alimentare priva di eccessi, specie in ambito domestico. Un ossimoro per un Paese che eccelle in gusto per il cibo, tema centrale anche dell’Esposizione Universale conclusasi a Milano solo qualche mese fa. Ad maiora, dunque, sempre!

Un saluto,

Carlo

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