CELLULARI, CANCRO E ORGANI ITALIANI DI PREVENZIONE


Come annunciato nei giorni scorsi, il Codacons si farà promotore di una class action per la tutela dei lavoratori danneggiati dall'”heavy use”, per ragioni professionali, del telefono cellulare.

La giurisprudenza ha ormai consolidato il proprio orientamento favorevole al riconoscimento della malattia professionale, relativamente al neurinoma del nervo acustico, indotta dall’uso professionale, prolungato e “pesante” (almeno 10 anni, almeno 700 minuti al mese) del telefono mobile. Nella recente sentenza del tribunale di Ivrea il giudice ha valorizzato la Ctu del dott. Paolo Crosignani, nella quale gli articoli scientifici “assolutori” presenti in letteratura sono stati ritenuti influenzati dall’industria della telefonia mobile.

La giurisprudenza ha ormai consolidato il proprio orientamento favorevole al riconoscimento della malattia professionale, relativamente al neurinoma del nervo acustico, indotta dall’uso professionale, prolungato e “pesante” (almeno 10 anni, almeno 700 minuti al mese) del telefono mobile. Nella recente sentenza del tribunale di Ivrea il giudice ha valorizzato la Ctu del dott. Paolo Crosignani, nella quale gli articoli scientifici “assolutori” presenti in letteratura sono stati ritenuti influenzati dall’industria della telefonia mobile.

Già nel 2012 la Cassazione riconosceva il nesso causale tra esposizione professionale al telefono cellulare e neurinoma del nervo acustico, un tumore benigno, spesso invalidante anche dopo l’intervento chirurgico.

Ora ci aspettiamo che il nesso causale venga riconosciuto anche per i tumori più gravi, come per il glioma e per il glioblastoma. Un ostacolo è rappresentato dall’Inail, il quale, nonostante le tante decisioni dei tribunali confermate in Cassazione, ha continuato a non riconoscere la malattia professionale da telefono cellulare.

La vittoria dell’ambientalismo sull’elettrosmog, che si celebra in questi giorni grazie alle sentenze di Ivrea e di Firenze, può trasformarsi in una vittoria del lavoro, se i lavoratori organizzati intraprenderanno una class action contro l’Inail e le case produttrici dei cellulari.

CR

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