BANCA… C’HAI ROTTO ER C……ONTRATTO!

Per questa volta non userò parole: le immagini parlano da sole…

https://www.youtube.com/watch?v=CpIs_hTiNyI&feature=youtu.be

2 Commenti

  • 2013 annus horribilis per il commercio!

    Soldi in giro ce ne sono pochi, la gente spende meno e le fabbriche chiudono i battenti o delocalizzano in quei paesi dove le tasse sono più basse che qui da noi. Il 2013 è stato uno degli anni più neri della crisi economica per le grandi, piccole e medie imprese: fallimenti, procedure non fallimentari e liquidazioni volontarie hanno superato tutti i record negativi e complessivamente si contano 111mila chiusure aziendali, il 7,3% in più rispetto al 2012. Lo affermano i dati Cerved-Group, gruppo specializzato nell’analisi delle imprese e nella valutazione del rischio di credito: male l’industria, crolla il Nord Est. Nell’intero 2013 si è registrato un boom dei concordati preventivi (+103% rispetto all’anno precedente) mentre per quel che riguarda i fallimenti anche nell’ultimo trimestre i fallimenti hanno proseguito la loro corsa con tassi a due cifre, portando il totale dell’anno oltre quota 14mila, il 12% in più rispetto al precedente massimo, toccato nel 2012. Secondo i dati Cerved, il fenomeno è in forte aumento in tutti i settori e in tutte le aree del Paese, riguardando anche segmenti in cui nel 2012 si erano manifestati timidi segnali di miglioramento come l’industria (fallimenti in calo del 4,5% nel 2012 rispetto al 2011 mentre ora sono in aumento del 12,9%) e il Nord Est (da -3,6% di ‘crack’ tra 2011 e 2012 a una crescita del 19,7%). Nel 2013 si contano inoltre circa 3mila procedure concorsuali non fallimentari, il massimo da oltre un decennio e il 53,8% in più rispetto all’anno precedente. ”All’origine di questo boom vi è sicuramente l’introduzione del ‘concordato in bianco’ – affermano al gruppo Cerved, – che ha trovato ampio utilizzo” presso le aziende italiane: la procedura, che consente alle imprese di bloccare le azioni esecutive dei creditori in attesa di preparare un piano di risanamento, ha visto nell’intero 2013 più di 4.400 domande, ma nel terzo e quarto trimestre il numero di domande si è comunque fortemente ridotto, probabilmente a causa delle correzioni apportate a livello legislativo e, in particolare, all’introduzione della facoltà di nominare un commissario giudiziale che possa controllare la condotta del debitore anche nelle fasi di pre-ammissione. L’anno scorso è stato ritoccato anche il record negativo delle liquidazioni volontarie: nel 2013 hanno chiuso l’attività in questo modo 94mila aziende, il 5,6% in più rispetto all’anno precedente, con un aumento del 7% tra le ‘vere’ società di capitale, cioè quelle che hanno depositato almeno un bilancio valido nel triennio precedente alla liquidazione. A livello territoriale i fallimenti mostrano una forte accelerazione in Emilia Romagna (+25%) e in Trentino Alto Adige (+21%) e un incremento a tassi a due cifre in Veneto (+16%) e in Friuli (+14%). Crescono a ritmi sostenuti anche i fallimenti nelle regioni del Centro (+13%) e del Sud (+10%): qui i maggiori aumenti si registrano in Toscana (+18%) e nel Lazio (+13%), mentre nel Mezzogiorno l’aumento registrato in Sicilia (+27%) viene in parte attenuato dal calo delle procedure in Abruzzo (15%) e Basilicata (+3%). Nel Nord Ovest i fallimenti superano quota 4mila (+8% rispetto al 2012): pesa soprattutto l’aumento della Lombardia (+12%), mentre in Piemonte si registra un incremento molto più modesto (+2%). Fallimenti in calo in Liguria (-8%) e in Valle d’Aosta.

  • Renzi emana energia da tutti i pori ed elargisce ottimismo a reti unificate! Ma la Troika spegne gli ardori del ‘premier-sprinter’ e lo riporta con i piedi ben saldi sui blocchi di partenza facendogli arrivare il suo “stai sereno”: l’Italia non è mai ripartita e il prossimo anno sarà superata persino dalla Grecia in fatto di crescita! Secondo le recenti stime del Fondo Monetario Internazionale contenute nella bozza del World Economic Outlook, l’economia italiana crescerà dello 0,6% quest’anno e dell’1,1% il prossimo! La disoccupazione sarà del 12,4% nel 2014 e dell’11,9% nel 2015. E se l’Italia per questo 2014 se la giocherà alla pari con la Grecia, il che è tutto dire sullo stato di salute della nostra economia, nel 2015 sarà addirittura sorpassata da Atene che spiccherà il volo staccandoci di netto!!! Secondo le previsioni del Fmi, infatti, il Pil italiano e quello greco, nel 2014 cresceranno dello 0,6%. Ma mentre nel 2015 la nostra economia avanzerà solo dell’1,1%, quella greca farà un balzo del 2,9%. Insomma, le chiacchiere stanno a zero e se non si parte subito con le riforme strutturali il Paese è a rischio deflazione!
    Ma come mai appena quindici anni fa, mica stiamo parlando del boom economico del dopoguerra, eravamo la “quarta potenza industriale del mondo” e adesso ce la giochiamo testa a testa con la Grecia? E’ fin troppo evidente che qualcosa andò storto in quel 1999 quando l’Italia di Romano Prodi e di Carlo Azeglio Ciampi decise – senza consultare gli italiani – di entrare nella moneta unica scambiando un euro con 1.936,27 lire e lasciando che salari e pensioni venissero dimezzati a fronte di prezzi al consumo, anche dei generi di prima necessità, che quadruplicavano! Neanche a dirlo, l’unica cosa che si salvò da quello tsunami furono i loro stipendi e quelli dei loro amici! >>> http://www.freeskipper.it

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