Astrazeneca sì, no, forse: ma ora si può chiedere il risarcimento!


La vicenda del vaccino Astrazeneca – siero anglo-svedese che già dall’arrivo aveva destato qualche perplessità – sta occupando da giorni le cronache nazionali. Un saliscendi di decisioni contrastanti, pareri di esperti in disaccordo, indicazioni capaci solo di smentirsi vicendevolmente ha poi contribuito alla creazione di un clima di sfiducia, quando non vera e propria paura, nella popolazione.

Fin dai primi mesi i pareri sull’efficacia del vaccino, sugli effetti collaterali e – soprattutto – sull’età in cui poteva essere somministrato hanno fatto avanti e indietro, proprio come su un’altalena, mostrando incoerenza e donando sfiducia.


AstraZeneca, la cronistoria dell’incoerenza: date, dubbi e incertezze. “Quella sensazione di sentirsi delle cavie”

Riassumere la storia è complicato: la vicenda è ricca, come detto, di giravolte e rapidi dietrofront. In sintesi, però, il quadro (incredibilmente instabile) è questo:

Il 29 gennaio 2021 il vaccino Vaxzevira di AstraZeneca è stato autorizzato dall’Ema ed il giorno successivo, il 30 gennaio dall’Aifa. Il 6 febbraio 2021 arrivano le prime 249 milioni di dosi AstraZeneca, per cui la stessa casa farmaceutica consigliava la somministrazione per gli over 60. Non passa molto però e arriva l’autorizzazione, il 6 febbraio, per poter somministrare il vaccino agli under 55
Il
23 febbraio – a seguito del parere dell’Aifa e del Consiglio Superiore di Sanità – il Ministero della Salute sottolinea la possibilità di utilizzo del vaccino nella fascia compresa tra i 18 ed i 65 anni
Neppure due settimane e Speranza cambia idea: l’8 marzo arriva il via libera per la somministrazione del siero
agli over 65
Nel frattempo la
correlazione (presunta) tra il vaccino AstraZeneca e il rischio di trombosi arriva in Italia generando la cosiddetta ‘psicosi da vaccino’. Nuovamente vediamo un susseguirsi di incoerenza: l’11 marzo 2021 si sospende un lotto di AstraZeneca in 6 paesi e il 15 marzo, in Italia, arriva lo stop totale di AstraZeneca in tutta la penisola. 
In 3 giorni però (
il 18 marzo) si cambiano le carte in tavola, l’Ema infatti dichiara che “i benefici sono superiori ai rischi” e si riparte con AstraZeneca
Il
7 aprile arriva un nuovo cambio di rotta e ci si allinea su una nuova raccomandazione: AstraZeneca uso preferenziale per gli Over 60. Dopo 10 giorni l’Aifa autorizza la vaccinazione per gli Under 60 ai volontari e, il 3 maggio, i generale Figliuolo valuta la somministrazione anche per gli Under 60. A fine mese l’Aifa rassicura tutti, “sì alla seconda dose con AstraZeneca” e nel Lazio si programmano i primi OpenDay. Il 10 giugno Camilla Canepa, una ragazza di 18 anni, finisce in ospedale dopo aver ricevuto la prima dose di AstraZeneca, il 12 giugno Camilla muore


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A oggi sono purtroppo numerosi gli eventi avversi, anche letali, riportati dai soggetti fruitori del vaccino Astrazeneca, in particolare quando si tratta di persone minori di 60 anni.

Per questo, adesso, abbiamo deciso di intervenire. La situazione di totale incertezza e i continui cambiamenti nel piano vaccinale hanno di fatto messo potenzialmente a rischio la salute di quei soggetti che hanno ricevuto Astrazeneca pur appartenendo a categorie per cui la somministrazione di tale vaccino era sconsigliabile. Errori, ritardi e scelte contradditorie da parte degli enti pubblici che aprono ora le porte ai risarcimenti in favore dei cittadini.


Tutti i soggetti con meno di 60 anni e che hanno già ricevuto singola o doppia dose di Astrazeneca, possono infatti da oggi aderire all’azione collettiva finalizzata a far ottenere loro il risarcimento anche in assenza di conseguenze fisiche legate alla vaccinazione, e per i potenziali rischi corsi sul fronte della salute.

Nello specifico l’azione mira a chiedere:
a) Il risarcimento del danno non patrimoniale causato dalla paura di ammalarsi per avere ricevuto la somministrazione del vaccino Astrazeneca autorizzato dalle competenti autorità Italiane (danno ormai riconosciuto dalla Giurisprudenza da svariati anni in particolare a seguito del noto “caso Seveso” del 1976). Tale danno potrà forfettariamente quantificarsi nella misura di euro 10.000.

b) Il risarcimento del danno non patrimoniale-biologico, danno permanente o temporaneo, anche in termini di danno differenziale, riportato per essere stato sottoposto alla vaccinazione Astrazeneca, con riserva di indicazione e quantificazione specifica.

c) L’indennizzo previsto dalla Legge 201/92 a carico dello Stato per essere stato sottoposto a vaccinazione da cui è derivata la menomazione psicofisica permanente da valutarsi e quantificarsi nel prosieguo.

“Vaccino ad under-60: Codacons lancia azione collettiva per chi ha ricevuto Astrazeneca

Ora, fino a qui la cronaca recente. Ecco invece le ultimissime: le adesioni all’azione collettiva crescono di ora in ora, stiamo raggiungendo i 10mila richiedenti e c’è un fortissimo riscontro. Ci sono centinaia e centinaia di persone che ci hanno scritto per chiedere aiuto in questa situazione, e in 10mila hanno già scaricato il modello della diffida dal nostro sito e che ci hanno chiesto di intervenire. Ci aspettavamo un certo riscontro, ma non questa valganga: e invece è boom di cittadini che si ritengono lesionati dalla comunicazione farraginosa e contraddittoria da parte delle istituzioni.

La particolarità dell’iniziativa sta nel fatto del danno da rischio e paura. Ci basiamo, oltre che su una nota giurisprudenza in materia che riconosce il danno da rischio sanitario, anche sulla sentenza della Corte d’Assise di Taranto sul caso Ilva di pochi giorni fa, in cui rappresentavamo 50 cittadini, che ha riconosciuto ai richiedenti un risarcimento di circa 5mila euro ciascuno per essere stati esposti alle sostanze tossiche. Dunque per il danno potenziale e per il rischio corso sul fronte sanitario, anche in assenza di danni effettivi alla salute.

Il possibile danno morale è duplice: oltre alla paura di ciò che può accadere dopo l’episodio di Camilla c’è anche quello della paura di cosa possa accadere con il secondo vaccino (di tipo diverso da quello della prima dose), non essendoci elementi certi per fornire le dovute sicurezze ai cittadini sul fronte della salute.

L’azione, ci tengo però a sottolinearlo, non è contro Astrazeneca, ma contro lo Stato, le Regioni e le Asl, che hanno diffuso informazioni contrastanti e molto diverse gettando i cittadini in una situazione di angoscia. Si tratta di un fatto molto grave, per cui adesso è importante andare fino in fondo.

A tutela, come sempre, dei diritti di tutti.

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